Crush Story: dalle coltivazioni mais alla carta Crush

All’interno di una filiera virtuosa che si sviluppa secondo i principi dell’economia circolare, dai prodotti naturali destinati al settore agro-industriale, dopo successive lavorazioni, i sottoprodotti vengono recuperati da Favini e utilizzati per produrre carta eco-sostenibile di alta qualità.

Dopo aver approfondito caffèagrumilavanda e ciliegiaoggi sveleremo il ciclo di vita del mais per la produzione della carta ecologica Crush di Favini.

Il mais, cioè il prodotto che si ottiene dalla coltivazione del granturco, viene utilizzato in diversi modi:

Nell’alimentazione umana può essere consumato sotto forma di chicchi di mais oppure i chicchi possono essere sottoposti a processi industriali per la produzione di corn flakes, pop corn, farina di mais, olio di mais; nell’ambito della zootecnia per l’alimentazione degli animali; per produrre materie plastiche biodegradabili; per l’estrazione dell’amido; a scopi energetici.

Nel 2015, il 40% del raccolto di mais degli Stati Uniti è stato infatti destinato per produrre energia. [1]

Scopriamo insieme il ciclo di vita del mais e come, dai campi coltivati di granturco, si arriva alla produzione della carta ecologica di Favini Crush Mais.

Crush Story Mais: un case history di economia circolare dai campi di granturco fino alla carta eco-sostenibile

Il mais è tra i cereali maggiormente importati nel mondo ed è largamente coltivato sia nelle regioni tropicali che in quelle temperateÈ stato addomesticato dalle popolazioni indigene del Messico circa 10.000 anni fa e, grazie a Cristoforo Colombo, il mais arrivò in Europa e nei primi decenni del Cinquecento si diffuse dalla penisola iberica alla Francia meridionale, all’Italia settentrionale e ai Balcani.

Ora il mais rappresenta una delle grandi produzioni agricole dell’Italia. Tra tutte le materie prime agricole, è quella che più d’ogni altra ha saputo adattarsi ai diversi ambienti agronomici e per questo rappresenta una fonte insostituibile per l’utilizzo diretto oltre che per le trasformazioni industriali. [2]

Per raccontare la storia del mais e del sottoprodotto utilizzato nella produzione della carta Crush Mais, partiamo dai campi coltivati a granturco. Una volta seminate, irrigate e coltivate le piante di granoturco, si procede nel periodo estivo con la raccolta del prodotto, che in seguito viene essiccato e sgranato.

Dalla sgranatura della pannocchia si separano i chicchi dal tutolo di mais. Quest’ultimo è il sottoprodotto che si genera dal processo di sgranatura e viene riutilizzato in diversi modi.

Nella filiera produttiva del mais da granella il tutolo è un sottoprodotto che ha caratteristiche interessanti per il suo reimpiego in diversi ambiti: per uso energetico [3], come materia prima per uso mangimistico e filler per usi industriali, come base per la produzione di granuli assorbenti per vibrofinitura e sabbiatura, come lettiera per animali da compagnia e substrato per ortoflorovivaismo, oltre che come matrice per assorbire profumi ed essenze. [4]

Favini interviene a questo punto della catena, utilizzando i residui di tutolo di mais e rivalorizzandolo come materia prima nobile per la produzione di carte ecologiche di alta qualità in linea con i principi dell’economia circolare.

Nasce così Crush, la prima carta realizzata con sottoprodotti di lavorazioni agroindustriali, che sostituiscono fino al 15% della cellulosa proveniente da albero. Oltre ai sottoprodotti derivanti dalla lavorazione del mais, processiamo anche i residui di kiwi, ciliegie, caffè, mandorle, nocciole, olive, agrumi e lavanda.

Crush Story Mais continua: la carta ecosostenibile e riciclabile per applicazioni creative

La filiera non si conclude con la carta ecosostenibile Crush. Questo materiale ideato e prodotto da Favini riutilizzando residui micronizzati del tutolo di mais è riciclabile. Crush è ideale per essere utilizzata per creare molteplici applicazioni, che dopo il loro utilizzo, saranno riciclate per produrre altra carta.

Il ciclo di vita di packaging, cataloghi, notebook, inviti e progetti creativi proseguirà in successivi cicli produttivi secondo un modello di economia circolare.