Refit è l’ultima novità ideata e prodotta da Favini nel filone delle carte eco-sostenibili da riuso creativo.
La nuova carta Refit di Favini è realizzata con residui della produzione tessile di lana e cotone, i quali, grazie al processo di upcycling, diventano materia prima alternativa per la produzione della carta. Da un’unica idea di economia circolare sono nate due varianti della carta Refit: Wool e Cotton.
Refit prosegue l’esperienza nel riuso creativo di materie prime alternative per la produzione di carte ecologiche, intrapresa negli anni ‘90 con Shiro Alga Carta, proseguita con Crush nel 2012 e Remake nel 2015.
Dalla simbiosi industriale tra il settore tessile e quello cartario nasce la carta ecologica Refit Wool e Refit Cotton di Favini: i sottoprodotti delle lavorazioni di lana e cotone diventano materia prima per la produzione di carta ecologica di alta qualità, secondo la logica di riuso creativo dell’economia circolare.
In questo articolo racconteremo il ciclo di vita della lana fino alla carta ecologica Refit Wool. Continua a seguire gli aggiornamenti nel nostro blog nella sezione “Economia Circolare” per leggere il prossimo case history di Refit Cotton.
Riuso creativo e simbiosi industriale: definizione e case history
Upcycling letteralmente significa utilizzare materiali di scarto, destinati ad essere gettati, per creare nuovi oggetti dal valore maggiore del materiale originale, viene tradotto in italiano con il termine riuso creativo. L’upcycling non è sinonimo di recycling (riciclo), ma è qualcosa che va oltre. Scopri la definizione e i casi di studio nell’articolo Upcycling è la parola dell’anno 2019.
La simbiosi industriale, ovvero il processo nel quale industrie tradizionalmente separate integrano i loro processi per promuovere vantaggi competitivi attraverso uno scambio di materia, energia e sottoprodotti – come nel caso di Favini e delle sue carte ecologiche – permette l’ideazione di un nuovo prodotto: la carta ecologica Refit di Favini, nata grazie alle interazioni e allo scambio di sottoprodotti tra il settore cartario e quello tessile.
Refit Wool: case history di economia circolare, dalla lana fino alla carta eco-sostenibile
La lana è una fibra tessile che può essere ricavata dal pelo di diversi animali, pecora, capra, alpaca, coniglio, cammello. Solitamente con il termine “lana” ci si riferisce solo al vello ottenuto dalla tosatura delle pecore.
L’utilizzo da parte dell’uomo di questo materia risale al 5000 a.C. , ma sono i Babilonesi a scoprire l’arte della lavorazione della lana: in Babilonia, che significa “terra della lana”, i batuffoli venivano attorcigliati con le dita e stirati per ottenere dei fili da intrecciare per formare tessuti grezzi. Dal tempo dei Babilonesi, c’è stata un’evoluzione e miglioramento delle tecniche, ma le fasi di lavorazione della lana resistono ancor oggi immutate. [1]
Si inizia con la tosatura dove il vello viene separato dal corpo dell’animale, si passa poi al lavaggio e cardatura delle fibre tessili allo scopo di sciogliere i nodi, districare e allineare le fibre che vengono successivamente filate. Il processo si conclude con la tessitura dei fili nei telai. [2]
Durante queste fasi di lavorazione si generano sottoprodotti: si tratta di fibre che, a causa della scarsa lunghezza o di altre caratteristiche non adeguate, vengono scartate, oppure di fibre che fuoriescono dalle strutture tessili o dai macchinari e si depositano a lato delle macchine o vengono catturate dagli impianti di aspirazione e filtraggio. [3]
Generalmente questi residui di lavorazione della lana sono destinati ad essere utilizzati come materiali fonoassorbenti o riempitivi per asfalti ottenendo un prodotto durevole, ma non riciclabile e non biodegradabile e in gran parte destinati allo smaltimento in discarica.
Favini ha trovato il modo per riutilizzare creativamente questi scarti di lana nella produzione di carta. Nasce Refit Wool, la carta ecologica riciclabile e biodegradabile al 100% stampabile e trasformabile come una carta di ottima qualità, con processi di stampa serigrafica, impressioni a secco e lamina a caldo.
Il contenuto della carta Refit Wool di Favini prevede oltre al 15% di fibra derivante da sottoprodotti di lana, il 40% di cellulosa di riciclo post consumer e 45% di fibre di cellulosa vergine. Per la produzione della carta Refit Wool i sottoprodotti del tessile utilizzati sono di origine Italiana e provengono dalla lavorazione di cardatura e filatura della lana e non prevedono l’utilizzo di composti chimici aggiuntivi. Il processo di trasformazione dei sottoprodotti di lana in materia prima alternativa per la produzione della carta prevede una semplice lavorazione meccanica di sfilacciatura e taglio delle fibre.
Refit Wool, con la sua caratteristica lanuggine superficiale che contrasta le tinte scure della carta è un materiale unico al tatto, le fibre di lana che si percepiscono chiaramente quando si accarezza la carta donano un effetto tattile peculiare.
Consigliamo di non stampare Refit Wool in litografia, bensì suggeriamo di valorizzare questo materiale con lamina a caldo, serigrafia e impressioni a secco si otterranno risultati superbi.
Il visual book di Refit “Cotton Wool” ne è una dimostrazione: il progetto editoriale raccoglie schede stampate sulla carta Refit con le classiche tecniche di stampa e nobilitazioni, oltre a sperimentazioni non convenzionali per ispirare a provare tecniche inusuali.
Dagli scarti tessili, alla carta per creare packaging ecologici e progetti di design con Refit
Refit è il supporto ideale per progetti nel mondo del fashion. Per coerenza tematica, pensiamo che una carta ecologica prodotta con gli 15% di scarti di lavorazione della lana sia perfetta per packaging di capi d’abbigliamento e accessori, etichette e shopping bags.
Per altre ispirazioni ed esempi di applicazioni realizzate con Refit, clicca e guarda la board Pinterest dedicata.
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FONTI
[1] lifegate.it
[2] mumatvaldagno.it
[3] buzzilab.it